Da Assisi a Montella; un sogno di Pace lungo 400 chilometri. Diario di un'avventura

08.08.2012 09:43

                         Articolo per la rivista “Il Monte”

 

Da Assisi a Montella; un sogno di Pace lungo 400 chilometri.

Diario di un’avventura.


Nei giorni 1, 2 e 3 ottobre si è svolta una corsa per la pace. Venti amici del Gruppo Podistico Montellese ci siamo alternati di corsa, giorno e notte senza interruzione lungo un percorso di più di 400 chilometri, per portare un messaggio di pace.

La motivazione principale che ci ha spinto a realizzare questa manifestazione è stato il desiderio di gridare, al di là degli slogan e delle bandiere di moda, il desiderio di pace della nostra comunità montellese. Una comunità schiva come si conviene ad un popolo di origini pastorali, ma che ha conservato il senso della tolleranza, e della solidarietà verso il prossimo nel rispetto delle diversità culturali sociali e religiose. Ne sono testimonianza i tanti amici che da paesi lontani arrivano a Montella accolti con il giusto rispetto, senza che la nostra comunità abbia mai vissuto momenti di intolleranza. La pace tra i popoli non può certamente essere conquistata con le armi e difesa con la deterrenza della guerra, ma seminando tra le nuove generazioni quei sentimenti così radicati tra le nostre genti. Su questi principi ci siamo trovati accomunati laici, cattolici e musulmani. San Francesco professava la fratellanza tra gli uomini: “ricchi, poveri, santi e peccatori, briganti ed onesti ed anche i non cristiani.” In un epoca in cui la cristianità medievale si armava in crociate contro i musulmani egli educava ed armava i suoi frati di spirito missionario inviandoli ad evangelizzare il mondo dei “saraceni e degli infedeli.” La festività in ricordo di San Francesco ci è sembrata pertanto l’occasione più naturale ed appropriata per gridare a tutti che diffondere il seme della tolleranza e del rispetto, si può e si deve come ha fatto la nostra comunità offrendo il proprio piccolo contributo per la pace.

La nostra avventura è iniziata venerdì 1° ottobre alle 17.00 quando siamo giunti ad Assisi. Dopo una breve passeggiata tra le caratteristiche stradine della cittadina si è aperto a noi quasi d’improvviso il piazzale antistante la Basilica superiore dove, a memoria di tutti, campeggia la scritta PAX. Nella Basilica superiore, anche per chi è animato da uno spirito più laico si respira una aria di solennità, ma contemporaneamente di familiarità. Sarà forse perché la nostra irpinia viene ricordata da un affresco di Giotto, sulla destra dell’altare, dove è raffigurato uno dei miracoli di Francesco d’Assisi: La resurrezione di una donna, morta non in grazia di Dio, per essere confessata ed assolta dei suoi peccati. Miracolo che la storia narra si sia verificato nel territorio di Montemarano. Alle 18 circa ci siamo raccolti con tantissimi fedeli nella Basilica inferiore dove, dopo la celebrazione della Santa Messa siamo accolti nel sotterraneo dal Padre Guardiano. Lì al cospetto delle spoglie del Santo si avverte improvvisamente il contrasto tra la piccolezza dell’individuo e la grandiosità e l’importanza del suo compito nel mondo. Dopo una breve benedizione il Padre Guardiano ci ha consegnato una lampada, accesa alla fiamma del fuoco perpetuo che brilla ai piedi del Santo. Ci siamo sentiti tutti in quel momento investiti di un compito ed una responsabilità di messaggeri di pace che non avremmo mai immaginato. Una volta fuori è scattato in noi il desiderio di portare a destinazione quel messaggio perché ne potessero godere ed alimentarsene tutti. Alle 20.30 circa è cominciata la nostra avventura ed i miei amici hanno voluto che fossi io a darle inizio. Con i primi passi di corsa la preoccupazione sulla riuscita dell’impresa che animava ognuno di noi ha cominciato a sciogliersi. E uno spontaneo applauso mi ha accompagnato lungo i primi metri da Assisi verso Spello e Foligno.

Il percorso si è snodato lungo strade secondarie per evitare le grosse vie di comunicazione più rischiose. Spesso è stato difficile individuare percorsi ormai poco utilizzati anche dalle popolazioni locali e sono stati necessari tre viaggi preliminari di perlustrazione per individuare il migliore. Alla fine ne abbiamo scelto uno che da Assisi si è diretto a Foligno via Spello, quindi a Spoleto, Rieti, Avezzano, Sora, Cassino, Capua, Benevento, Avellino e Montella. Ci siamo organizzati in due gruppi, il primo composto da Giorgio Diana, Alfonso Di Nolfi , Daniela Fierro, Claudio Bozzacco, Gianluca Capra, Salvatore Dello Buono e dal sottoscritto Salvatore Cianciulli, il secondo composto da Franco Merola, Raffaele Doria, Cristian Bosco, Massimo De Stefano, Vincenzo Figliuolo, Domenico Bruno, Mario e Marco Merola. Abbiamo diviso il percorso in 4 tappe di circa 100 km l’una. La prima da Assisi a Rieti dove il primo gruppo è giunto alle 5 del mattino dandosi il cambio con il secondo che intanto lo aveva preceduto ristorandosi presso un centro di assistenza per pellegrini. Il Secondo gruppo ha cosi percorso il tratto da Rieti fino a Sora dove ci siamo nuovamente dati il cambio fino a Capua dove poi all’ultimo cambio il secondo gruppo ha iniziato il tratto conclusivo via Benevento ed Avellino fino a Montella. A Benevento si sono aggiunti altri amici provenienti da Montella, Fabio Fierro, Salvatore “Rino” Figliuolo, Maurizio Doria, Gabriele Carbone, e il nostro amico marocchino musulmano Abderrhaim Jaafari, che è stato orgoglioso di rappresentare il simbolo della integrazione e tolleranza tra i popoli. Ci siamo alternati tutti lungo il percorso, correndo ciascuno oltre i propri limiti, sorretti e trasportati da una immensa emozione. Con il passare delle ore la stanchezza cominciava a farsi sentire e talvolta si è trasformata anche in tensione, però quando mancavano le energie era la carica emotiva a sorreggerci. Tutta la stanchezza si è tramutata in entusiasmo quando tutti i componenti della spedizione ci siamo ricompattati a pochi chilometri da Avellino. Era fatta! I chilometri lungo le strade a noi familiari di Avellino, Castelvetere, Ponteromito e Cassano ci sono sembrati volare. Giunti a Montella nessuno ha voluto perdersi il piacere di sfilare per le strade del centro. Avevamo intrapreso questa avventura senza darle volutamente, il giusto risalto perché non eravamo certi che sarebbe stata interpretata con il nostro stesso spirito e soprattutto perché non eravamo certi di riuscire a portarla a termine. Ci eravamo evidentemente sbagliati. L’accoglienza dei nostri concittadini è stata una di quelle emozioni da far tremare i polsi, ancora adesso ripercorrendola con la mente è viva come allora. Era la dimostrazione che lo spirito che ci aveva animato era lo stesso che in quel momento i montellesi vivevano con noi. L’arrivo al convento di San Francesco è stato poi un vero e proprio momento di esaltazione collettiva, coordinato in maniera spettacolare da Padre Agnello.

Tante sono le persone che hanno collaborato alla successo di questa manifestazione. Un ringraziamento particolare alla ACCA Software, nella persona di Alba Buccella, una società che non ha certamente bisogno di questi palcoscenici per promuoversi, che non si tira mai indietro ogni volta che viene invitata a partecipare . Non è poi facile trovare gli aggettivi giusti per gli amici della Misericordia di Montella, Salvatore Fierro e Fulvio Lenzi. Sono stati per noi balie nei momenti di difficoltà, guide lungo il percorso e severi tutori nei momenti di cedimento e di confusione che inevitabilmente si sono verificati. Ci hanno materialmente “coperto le spalle” lungo tutto il percorso permettendoci di affrontare con tutta serenità anche i passaggi più difficili. Due giorni interi, ben 48 ore di filata, senza tregua su di una ambulanza alternandosi alla guida, giorno e notte senza mai un cedimento. Credo che siano stati loro i veri eroi della nostra impresa, magistralmente diretti dalla postazione di Montella da Flavio Lombardi. A lui la regia del coordinamento con le altre Misericordie delle varie località attraversate. Tutte si sono dimostrate ben felici di assisterci e guidarci lungo i passaggi più difficili.

Un ringraziamento a Ferruccio Capone ed a Fabio Fierro per averci concesso la disponibilità dei propri autoveicoli, grazie ai quali siamo riusciti a contenere notevolmente i costi della spedizione. Un grazie di cuore a Padre Agnello, il nostro Primum Movens, colui che ci ha avviato in questo splendido mondo del podismo amatoriale con la organizzazione della 1° Pedibus Calcantibus e che ci ha sostenuto moralmente ed anche organizzativamente nella realizzazione di questa corsa per la Pace, soprattutto nei momenti più difficili, quando tutto sembrava impossibile. Per ultimo ma non per importanza mi piace ricordare il nostro amico Alberto di Foligno, presidente di una associazione sportiva. Ci siamo conosciuti per telefono e con entusiasmo ha accettato di offrirci il suo contributo nella scelta del percorso in alcuni passaggi più difficili. Una di quelle persone vere che capita raramente di incontrare. La sera della partenza ce lo siamo ritrovato lungo il percorso in bicicletta. Era venuto incontro per farci compagnia e guidarci  lungo le strade di Foligno, grazie a lui siamo riusciti a superare indenni il primo errore di percorso, Grazie Alberto.

Per tutti noi è stata una esperienza esaltante. In un epoca in cui i ritmi frenetici della vita, i dubbi e le preoccupazioni quotidiane ci distolgono dai valori veri abbiamo avuto la gioia di riportare tutti i nostri pensieri e le nostre attenzioni sull’uomo, senza compromessi. Nello sforzo fisico ci siamo esaltati nel portare un messaggio di solidarietà e fratellanza, nel caldo abbraccio dei nostri concittadini ci siamo sentiti orgogliosi di appartenere a questa comunità.

Grazie a tutti per averci regalato questa indimenticabile emozione.


Montella 1-3 ottobre 2004

Il Gruppo Podistico Montellese